Extinction Rebellion ricopre con nastro segnaletico la statua di Indro Montanelli

22 Jul 2023 - Extinction Rebellion Italia
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Milano, 22 luglio 2023 – Extinction Rebellion ha ricoperto di nastro segnaletico giallo e nero la statua di Indro Montanelli situata nei Giardini Pubblici e appeso al collo della statua un cartello “Area pericolosa per la salute umana”. Sul basamento sono stati incollati dei poster con dati sulla cattiva qualità dell’aria, per stigmatizzare i rischi per la salute dei bambini dovuti all’inquinamento atmosferico e alla crisi ecoclimatica.

Questa mattina la statua di Indro Montanelli situata nei Giardini Pubblici a Milano è stata completamente ricoperta di nastro giallo e nero dagli attivisti di Extinction Rebellion. Il motivo? L’area del parco, così come l’intera Pianura Padana, viene definita “Pericolosa per la Salute Umana” dalla comunità scientifica, soprattutto per i più piccoli e gli anziani.

Sul basamento e lungo il muretto che fa da cornice alla statua sono stati incollati dei poster gialli: “Area pericolosa per la salute umana – Crisi climatica ed ecologica” e un triangolo di pericolo che asserisce “Nell’aria che stai respirando sono stati rilevati inquinanti oltre la soglia di sicurezza per la salute umana”. L’avvertimento è accompagnato da una serie di dati relativi alla bassa qualità dell’aria della Pianura Padana e alle morti premature di bambini e anziani che provoca. Con gli stessi poster, già questo giovedì il movimento aveva denunciato la grave situazione alla cittadinanza, rendendo inoltre inaccessibili tramite il nastro segnaletico le strutture ludiche per i bambini in più parchi giochi di Milano (Parco Valentino Bompiani, Piazza Gerusalemme e Giardino Salvador Allende).

La statua è da anni oggetto di tensione. La misoginia di Indro Montanelli, il suo passato di ufficiale dell’esercito fascista in Etiopia, la vicenda della schiava bambina Destà sono le ragioni che hanno portato vari movimenti sociali ad esprimere dissenso sin dal 2012. I “sentinelli” laici e antifascisti ne richiesero la rimozione al Comune e nel 2019 il movimento femminista Non Una Di Meno la imbrattò con vernice fucsia, fino alla protesta di oggi.

«Indro Montanelli, che non ha mai rinnegato il razzismo e la violenza di genere del progetto coloniale italiano, è il simbolo di un passato, ma anche di un presente, costruito sul mito della crescita infinita, dello sfruttamento di territori, persone, risorse». - spiega Lorenzo, uno degli attivisti - «Per questo abbiamo scelto questo monumento, per denunciare la miopia del Governo italiano e regionale rispetto alla crisi ecoclimatica e all’inquinamento atmosferico».

La crisi climatica e la qualità dell’aria sono due facce della stessa medaglia: secondo gli esperti ambientali dell’ONU alcune sostanze inquinanti derivanti dall’utilizzo di combustibili fossili contribuiscono sostanzialmente al riscaldamento globale. E su 322 città europee, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EAE) inserisce Milano al 303imo posto per la qualità dell’aria che respiriamo (tra le peggiori 30 in lista in tutta Europa, insieme ad altre 17 città italiane). Come ci mostra uno studio dell’AEA di ottobre 2022, gli inquinanti più gravi sulla salute umana vanno a colpire soprattutto alcune tra le fasce più fragili della popolazione: bambini e anziani, causandone la morte prematura. Riguardo la salute umana, l’inquinamento atmosferico causa nei bambini e negli adolescenti una serie di gravi condizioni e patologie, nonché un aumento del rischio di malattie croniche negli adulti

«Chi governa la Regione Lombardia ha più volte dichiarato che i limiti all’inquinamento dell’aria proposti dall’Unione Europea provocherebbero un danno economico. Questo è un atteggiamento miope e ideologico. Le morti e le gravi patologie dovute all’inquinamento evidentemente non interessano al presidente Fontana» - afferma Lorenzo, uno degli attivisti -* «I bambini non possono proteggersi, ma la Regione Lombardia non sta adottando misure necessarie e d’impatto. È ora che chi governa dimostri di voler realmente affrontare questa crisi».

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