In sciopero della fame da nove giorni per il clima: nell'indifferenza della Regione Emilia-Romagna

05 Oct 2023 - Extinction Rebellion Italia
Press



Bologna, 5 ottobre 2023 - Emiliano, studente bolognese di 22 anni, è in sciopero della fame dal 27 settembre per chiedere che dopo la terribile alluvione che in maggio ha messo in ginocchio l’Emilia Romagna, la Giunta regionale affronti la crisi ecoclimatica con maggiore decisione. Più di cinquanta persone si sono unite, a staffetta, al digiuno. E da martedì Sun, 21 anni, affianca Emiliano. Ma ad oggi il loro sacrificio è stato ignorato dalle istituzioni.

Emiliano, studente bolognese di 22 anni e attivista di Extinction Rebellion, è in sciopero della fame da più di una settimana. Dal 3 ottobre anche Sun, 21 anni, ha deciso di unirsi a questa forma di disobbedienza civile, iniziando a digiunare. Ogni giorno, dalle cinque del pomeriggio, nonostante la fatica e la debolezza aumentino, si recano in piazza Maggiore, per sedersi sotto la statua del Nettuno. Alle loro spalle due grandi striscioni che recitano “Abbiamo fame di vita” e “Il sonno della Regione genera morti”. Un messaggio chiaro, rivolto alla Regione Emilia Romagna, per chiedere che vengano presi provvedimenti urgenti e incisivi per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e la distruzione di suolo. “Sono disposto a privarmi del cibo, perché ho fame di giustizia climatica. Chiedo che chi governa affronti con urgenza la crisi ecoclimatica e coinvolga i cittadini nel processo decisionale, attraverso l’istituzione di Assemblee Cittadine” ha dichiarato Emiliano.

Le richieste alla Regione sono il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica al 2030, e non al 2050, per mezzo di assemblee cittadine, una forma di democrazia deliberativa, che affianca la politica istituzionale. Si tratta di assemblee composte da cittadini, rappresentativi di ogni fascia sociale, con l’obiettivo di trovare una sintesi efficace dei diversi interessi espressi da settori sociali e produttivi differenti. La preoccupazione della cittadinanza per una crisi climatica che è ormai impossibile ignorare è testimoniata dalle numerose persone che si fermano a parlare con Emiliano, Sun e gli altri attivisti di Extinction Rebellion. Molta anche la solidarietà con più di cinquanta persone che, fino ad oggi, hanno deciso di accompagnarli nello sciopero della fame, digiunando in solidarietà per un giorno.

La gravità della crisi climatica è infatti ineludibile anche in questi primi giorni di ottobre, con temperature fuori controllo, il sintomo di una crisi che scienziati e attivisti denunciano da decenni, nell’indifferenza della politica. La doppia alluvione che a maggio ha colpito l’Emilia Romagna ha provocato 17 morti, 40mila sfollati e danni per 9 miliardi di euro. Nel giro di poche ore si è riversata su quel territorio la quantità di acqua che ci si aspetta in sei mesi e un’intera regione, e il suo tessuto produttivo, sono stati messi in ginocchio.

Nonostante questa tragedia, tuttavia, non si assiste a un cambio di passo nella gestione del territorio e nella produzione di energia. La Giunta Bonaccini, infatti, il 7 agosto ha approvato una delibera che toglie competenza all’Agenzia ambientale regionale sulle Valutazione ambientale strategica dei piani urbanistici comunali. E dal 2024 sarà attivo il rigassificatore al largo di Ravenna, un intervento strutturale di lungo periodo che cristallizza nel fossile investimenti e che sarà attivo almeno per i prossimi 25 anni.

Ad oggi Emiliano, Sun e le decine di persone che li supportano non sono stati ascoltati. Fino a quando il loro digiuno potrà essere ignorato?

Extinction Rebellion

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